In
un rifugio segreto
Paul Norbert Ebersol alias Fixer osserva il
Barone Zemo salire sul piccolo palco all’interno della propria base segreta, mentre
una dozzina di telecamere trasmettono la sua immagine alle decine di basi
sparse per il mondo. Di fronte a lui si trovano più di venti super-criminali,
che osservano il proprio leader chiedendosi cosa possa voler dire con così poco
tempo prima dell’inizio del piano.
-Alleati e mercenari – inizia Zemo – Siete
qui per i motivi più disparati...lealtà, denaro, potere, gloria. O almeno
questo è ciò che credete. No, siete qui perché avete compreso qual è il più
grande pericolo che l'umanità si trova ad affrontare...i Vendicatori. Noi siamo
chiamati criminali, ma chi ha infranto più leggi e regole dei Vendicatori? Chi
ha preso il potere con la forza e con il sotterfugio, proprio sotto il naso
della comunità adorante? Questo non è il momento di tenere un basso profilo. La
crisi che stiamo per affrontare è terribile. Cosa verrà dopo
Fixer scuote la testa, al suono
dell’applauso fragoroso dei seguaci di Zemo. I super-criminali sono decisamente
più restii, anche se il discorso ha scatenato qualcosa anche a loro.
“Devo riconoscere che il Barone è un
discreto oratore” riflette l’inventore “Anche se un po’ troppo teatrale per i
miei gusti”
L’applauso è fermato da un semplice cenno
del Barone Zemo, che continua ad incitare le proprie truppe:
-Il tempo è poco! Non c'è tempo per futili
dibattiti. Dobbiamo agire, immediatamente, decisamente, come è sempre stata la
via degli Zemo. Non voglio darvi la falsa impressione che la situazione sia a
nostro favore, dandovi un falso senso di speranza. La tempesta che stiamo per
sollevare sarà implacabile e difficile da guidare. I Vendicatori credono di
avervi convinto essere invincibili, ma sentiranno alzarsi le nostre voci che
rispondono, no! Noi non ci arrenderemo ad un mondo senza crimine!
Con enorme sorpresa di Fixer, adesso anche i
super-criminali stanno applaudendo con entusiasmo. Qualsiasi cosa sia il
fascino del Barone, evidentemente è abbastanza contagioso anche per chi non è
un fanatico.
-Alleati e mercenari! Siete pronti alla
guerra totale? Se necessario, siete pronti ad una guerra più radicale di quanto
abbiate immaginato finora? Prendete le armi, scatenate la tempesta, e mostrate
al mondo chi sono i veri Signori del Male!!!
Nel caos dell’acclamazione, Zemo scende dal
proprio palco. Fixer lo avvicina, fingendosi entusiasta come tutti gli altri.
-Gran bel discorso, Herr Baron.
-Grazie, Fixer. Sapevo che avrebbe fatto
presa: ho solo aggiornato un discorso che Joseph Goebbels scrisse per mio
padre. Suppongo che tu sia pronto a fare la tua parte...
-Sì...certo, naturalmente – risponde Fixer
con voce tremante, mentre Zemo si allontana per dirigere le prime fasi della
battaglia.
Mentre osserva il proprio capo, Paul Norbert
Ebersol pensa:
“Se questo piano non funziona, sarà meglio
non chiedere le referenze al Barone Zemo”.
#74
Guerra lampo
di Carlo Monni e Fabio
Furlanetto
Base
dei Vendicatori
<<...
e così per Namor non è stato difficile ottenere un colloquio con
Karthon, l’attuale imperatore di Lemuria. Il sottoscritto, invece, sta facendo
anticamera. Per dirla tutta, mi sento addosso parecchi sguardi ostili e non mi
sento troppo tranquillo.>>
-Mi dispiace di averla coinvolta, Dottor Newell...- dice Visione al suo interlocutore -... so che di solito non ama essere coinvolto in questo genere di
faccende, ma in qui la sua esperienza di affari sottomarini, poteva essere
utile.
<<Non essere così formale, Visione.
Quando indosso questa mia speciale uniforme puoi chiamarmi Stingray, altrimenti
a che serve avere un nome di battaglia?>>
-Ha... hai ragione. Vorrai scusarmi, ma anche se ho pienamente integrato
nei miei database la memoria della mia precedente versione, temo di non essere
ancora del tutto capace di relazionarmi adeguatamente con gli esseri umani.
<<Uhm, certo, come dici tu. Beh, credo
che io e Namor ci faremo vivi dopo il colloquio per far sapere a te ed agli
altri com’è andata.>>
-Ci conto, Stingray, per ora chiudo.
Il
battere nervoso di un piede metallico alle sue spalle costringe Visone a
voltarsi, per trovarsi di fronte a...
-Jocasta! Cosa...?
-Davvero, Visione mi deludi.- brontola il
robot in forme femminili –“Anche se ho pienamente integrato nei miei database la memoria della mia
precedente versione, temo di non essere ancora del tutto capace di relazionarmi
adeguatamente con gli esseri umani.” Ma si può davvero parlare così? Tu hai
proprio bisogno di uscire da qui e confrontarti con la vita reale. Quindi non
voglio sentire storie: adesso io e te usciremo di qui e cercheremo di “farti
relazionare” un pò meglio con gli esseri umani, come li chiami tu.
-Sinceramente non capisco cosa...
-Ti ho già detto che non accetterò un no
come risposta.- ribatte Jocasta –Quindi datti una mossa: New York ci aspetta
con la sua vita, i suoi locali pieni di gente strana, i suoi negozi.
-Quando parli così, Jocasta, mi ricordi fin troppo Wasp.
-Davvero? Lo prenderò come un complimento. E
adesso sbrigati, che dobbiamo uscire.
-Non vorrei davvero sembrare troppo logico... ma non credi che attireremo
un pò troppo l’attenzione se usciamo così? Nessuno di noi due somiglia troppo
ad un normale essere umano sai?
-Per questo esistono gli induttori di
immagine. Mai uscire senza di loro, se sei un robot senziente.
La visione sospira, mentre Jocasta preme un
pulsante nascosto in un suo dito ed ecco che lei prende l’aspetto di una
giovane donna bionda e Visione quello dell’uomo noto come Victor Shade.
-Noi usciamo Jarvis.- dice il robot sotto
mentite spoglie passando davanti al maggiordomo –Non aspettarci alzato, faremo
mooolto tardi.
-Sigh... certo signora.
Dall’altra parte della strada, ben nascosto
dalle pareti di un’abitazione presa convenientemente in affitto, qualcuno sta
osservando. Per l’occasione Fixer è tornato ad indossare il suo tradizionale costume
verde. Quanto al suo accompagnatore, che nasconde a fatica un certo nervosismo,
indossa una versione aggiornata dell’ultimo costume del defunto supercriminale
chiamato Melter, scelta appropriata, visto che tempo fa la precedente
incarnazione dell’organizzazione chiamata Impero Segreto lo ha scelto per
prenderne il posto. Il suo è stato un debutto inglorioso, per così dire, ma ciò
non lo ha dissuaso dal continuare. Certo: Zemo paga bene ed una vittoria sui
Vendicatori alzerebbe le sue quotazioni nel sempre fluttuante mercato dei
supercriminali, ma se invece fosse
sconfitto un’altra volta?
Questi pensieri cupi sono scacciati quando
Fixer gli dice:
-Il momento è arrivato: andiamo.
-Uhm, sei davvero certo che noi due da soli
possiamo sconfiggerli?- chiede Melter, ancora un pò titubante -
Fixer gli rivolge uno sguardo misto di
arroganza e disprezzo.
-I loro poteri non mi impensieriscono.-
risponde –So come renderli inutilizzabili. Tu limitati a fare la tua parte e
lascia a me il compito di pensare. Ora vieni, dobbiamo seguirli. Li colpiremo
solo quando saranno abbastanza lontani dalla loro base e non prima.
Così dicendo, Fixer, seguito da Melter esce
dalla casa e comincia silenziosamente a seguire Jocasta e Visione, mentre una
sua invenzione li rende entrambi invisibili ed incorporei. Una miglioria,
direbbe Fixer, alla tecnologia usata dallo Spettro.[1]
Nel frattempo, ignari della minaccia che
incombe su di loro, i due supereroi “artificiali” stanno percorrendo i viali di
Manhattan.
-Dì la verita, Visione... oops... Victor...
non è rilassante sentirsi un normale essere umano almeno per un pò?
-Vuoi dire fingere di essere un normale essere umano, Jocasta?- replica Visione –L’induttore di immagini ti farà anche sembrare umana, ma le orme
profonde che lasciano i tuoi piedi sul cemento non si nascondono così
facilmente.
-Ma perchè devi essere sempre un tale guastafeste?
-Tu diresti che è la mia natura, immagino.-
-Oh lasciamo perdere. Sai che non sembri
male nei panni di Victor Shade? Mi piace il look alla Humprey Bogart, ti si
addice. Ma, mi chiedevo il perché del nome.
-Victor assomiglia un pò a Visione e Shade... dopotutto io sono come
un’ombra, posso dissolvermi, attraversare i muri e dopotutto non sono altro che
l’ombra di un vero essere umano, una sorta di copia di backup di Simon
Williams.
-Sei molto più di questo e dovresti saperlo,
ormai.
-Tu, invece... perché hai scelto per te lo stesso volto di Janet Van
Dyne, sia pure con i capelli biondi?
-Il volto e la pettinatura sono i miei: così
apparirei se fossi davvero umana. Quanto al colore dei capelli... io non sono
davvero Janet Van Dyne e non voglio sembrare la sua gemella. Piuttosto...
potrei presentarmi come la sorella di Victor Shade o qualcosa del genere.
-La... cosa?
-Fate un così bel quadretto che è davvero un
peccato rovinarlo... d’altra parte tutte le cose belle della vita finiscono
prima o poi.-
La voce sembra arrivare dal nulla e prima di
poter fare qualcosa Victor Shade sente qualcosa che si attacca alla sua fronte.
-Ma cosa...?-
-Un semplice apparecchietto che assorbe
energia solare. L’ho costruito un pomeriggio che avevo del tempo libero.
Fixer appare improvvisamente e Jocasta lo
riconosce immediatamente.
-Tu? Ma cosa stai...?
-Sto solo orchestrando la vostra fine.- è la
risposta.
In quel momento un raggio bruciante attraversa
il corpo di Jocasta aprendole un buco nel torace.
Che sia colpa dello shock o della
disativazione dell’induttore di immagini a causa del colpo, fatto sta che ora
Jocasta appare nella sua vera forma, mentre osserva il buco che l’attraversa da
parte a parte.
-Cosa...?-
-Permettimi di presentarti il mio associato
in questa piccola impresa: si chiama Melter. Di certo non è un’inventore come
il defunto Bruno Horgan, ma ti assicuro che è abbastanza intelligente da saper
usare adeguatamente il suo raggio fusore.
Mentre Fixer parla Melter colpisce Jocasta
un’altra volta, questa volta fondendole il braccio sinistro.
Intanto, poco lontano da lì,
Mentre il suo compagno giace riverso sul
marciapiede, Jocasta si lancia su Melter, che la colpisce ad una gamba. La
robot cade, ma rifiuta di arrendersi e spara una scarica ottica verso il suo
avversario... ma la scarica si arresta a mezz’aria, assorbita da...
-... un campo di forza.- precisa Fixer
sogghignando –Un marchingegno di una certa utilità non trovi anche tu?-
Jocasta non risponde e dimostrando una
ferrea (è proprio il caso di dirlo) detrminazione non molla e striscia verso il
suo nemico.
Melter prende ancora la mira e regola il suo
raggio alla massima intensità, ma prima che possa sparare la mano di Fixer lo
ferma.
-No.- dice –La voglio abbastanza integra da
poterla studiare. Sarà un soggetto interessante. Si avvicina a Jocasta e le
applica un dischetto sulla schiena.
-Questo ti terrà ferma abbastanza a lungo
per i miei scopi. Per inciso, tu ed il tuo amico non avete mai avuto una chance
di chiamare aiuto. Tutta questa zona è stata isolata da qualsiasi tipo di
comunicazione, comprese quelle telepatiche. Merito del mio genio, ovviamente.
Ora se vuoi scusarmi, dobbiamo andarcene da qui prima dell’arrivo della Polizia
o di qualche altro indesiderato supereroe.
Detto questo, Fixer aziona un meccanismo
di teletrasporto che li porta tutti in
una navicella che era ferma in volo sopra le nubi.
-Fase uno completata.- commenta all’arrivo.
Un
furgone nero
Un uomo dall’aspetto curiosamente innocuo,
con baffetti finemente curati ed occhiali spessi come fondi di bottiglia,
scende terminando una telefonata al cellulare.
-Anche gli altri sono in posizione. Non ci
vorrà molto, aspettatemi qui.
All’interno del furgone ci sono altri due
uomini: uno ha l’espressione immutabile e gli occhi fissi apparentemente sul
nulla.
-In esecuzione. In attesa di nuovi parametri.
L’altro passeggero, al cui confronto un
giocatore di football americano sembrerebbe un mingherlino, aggiunge:
-Questo luogo... è malvagio?
-Adesso? Oui – risponde l’uomo accarezzandosi
i baffi.
All’interno del bar ci sono tre clienti. Sì,
in realtà ce ne sono di più, ma li si nota a malapena visto quanto quei tre
stanno attirando l’attenzione. Se due di loro se ne stanno in un angolo a
chiacchierare e giocare a freccette, l’altro è al bancone attorniato da una
mezza dozzina di donne bellissime, affascinate forse dai muscoli che i vestiti
riescono a malapena a contenere o forse dallo spesso rotolo di banconote che ha
lasciato come pagamento.
-L’ingegno dei mortali non conosce fine!
Invero, un tempo per offrire un sì lauto banchetto serviva una sacca di monete
d’oro, o forse un piccolo forziere...ed alcune di codeste splendide donzelle
avrebbero dovuto rinunciare alla compagnia del leone d’Olimpia!
-Pff. Altro che forziere, almeno Thor era
meno tirchio di questo qui – mormora il barista, stando bene attento a non
farsi sentire da Ercole.
Nel frattempo William Baker, alias Flint
Marko, alias l’Uomo Sabbia sta tirando una freccetta che colpisce a malapena il
bordo esterno del bersaglio. E’ evidente che la vitalità di Ercole non è
contagiosa, perché chiaramente non si sta divertendo. Subito dopo è il turno di
Clint Barton alias Occhio di Falco, la cui freccetta manca di mezzo centimetro
il centro.
-Stai scherzando, vero? – protesta l’Uomo
Sabbia.
-Che c’è? – risponde Occhio di Falco,
bevendo un sorso di birra.
-Credevo facessi sempre centro.
-Quando sto lavorando. Ora sono in pausa, e
questo è soltanto un gioco. Volevi uscire un po’ dalla base, no?
-Se hai intenzione di farmi un discorso sul
lavoro di squadra...
-Chi, io? Sono in pausa, ti ho detto.
-Questa è la parte che detesto dell’essere
tra i buoni...”introspezione” – scuote la testa l’Uomo Sabbia – Sapevo che
c’era sotto qualcosa. Chi te l’ha detto, Jarvis? Il Fante? O tutte le
telefonate alla base sono registrate?
-A dire la verità mi ha chiamato Silver
Sable – risponde Clint Barton schioccando le dita e sollevando una mano. Subito
dopo, afferra al volo una bottiglia di birra lanciata da Ercole.
-Quella donna è...Non solo mi chiama per
offrirmi un posto, ma chiama anche i miei
datori di lavoro perché mi convincano ad andarmene!?
-Sembra abbastanza determinata a riaverti
nella sua organizzazione. E mi ha fatto notare che non le hai risposto di no.
Volevo sapere cos’hai intenzione di fare.
-Ti ha detto Visione di parlarmi?
-Non ce n’è stato bisogno, ma probabilmente
l’avrebbe fatto. Credo che persino lui abbia notato una tua certa...mancanza
d’entusiasmo, chiamiamola così, nelle ultime missioni.
-In effetti sì, avevo pensato di andarmene.
E’ solo che...so di non essere il primo ex super-criminale ad entrare nei
Vendicatori. Ma tu non lo sei stato a lungo...
-Hey, era una carriera di tutto rispetto.
-Lo ammetto, ero entrato nei Vendicatori per
redimere il mio passato...e perché volevo essere un pezzo grosso. Ora però
credo di essermi messo il cuore in pace per quello che è stato, e fare il
grande eroe...diciamo che non ha per tutti lo stesso fascino.
Quasi a sottolineare la frase, Ercole
scoppia in una fragorosa risata che fa tremare i muri del locale. Senza neanche
ascoltarlo, Occhio di Falco recupera le ultime quattro freccette e le posiziona
tra le dita della mano sinistra.
-Non tutti rispondono alla “chiamata
all’avventura” allo stesso modo, sai. Per alcuni è un modo di vivere, per altri
è un lavoro, e nel mezzo c’è di tutto. Silver Sable è un po’ troppo schizzata
per i miei gusti, ma la sua organizzazione ha fatto un bel lavoro in passato.
Se fare l’eroe è il tuo bersaglio...
Con un rapido movimento della mano, Occhio
di Falco lancia tutte e quattro le freccette. La prima fa centro, la seconda si
conficca dietro di lei, e così fino all’ultima.
-...c’è più di un modo di fare centro.
L’Uomo Sabbia osserva impressionato il
risultato dell’arciere, riflettendo sia sulla metafora sia sul miracolo di
destrezza.
-Credevo che fare una cosa del genere fosse
fisicamente impossibile.
-Per chiunque altro lo è.
-Da quanto pensavi alla battuta sul fare
centro?
-Da quando ho visto che le freccette erano
libere. Peccato aver dovuto sbagliare il primo centro per attirare la tua
attenzione...ho dovuto rovinare un record perfetto.
-Quindi che devo fare? Accettare la proposta
di Sable oppure...
-Sinceramente, secondo me dovresti restare
nel gruppo. Ma se hai intenzione di restare solo perché credi di dover
dimostrare qualcosa al mondo, dovresti considerare la sua proposta.
Ercole non fa troppo caso alle chiacchiere dei
suoi compagni di squadra. In parte perché accerchiato dalle belle donne e da
litri di alcool che scorrono, in parte perché non ha mai apprezzato tutte
queste chiacchiere psicologiche dei mortali: non sentiva qualcuno lagnarsi così
tanto per i propri doveri da guerriero dalle
sue scorribande con Achille.
-Mi scusi – attira la sua attenzione un uomo
con gli occhiali, dall’aspetto assolutamente blando se non fosse per i
curatissimi baffetti – Lei è Ercole dei Vendicatori, vero?
-Invero! Scusatemi, signore, è evidente che
i miei servigi di eroi sono ancora ben richiesti.
-A dire la verità, volevo solamente
ringraziarla per aver salvato il mondo così tante volte – risponde l’uomo
allungando una mano per farsela stringere dal Principe della Forza, che scoppia
in una risata fragorosa.
-Ha! Uno dei fardelli dell’eroe, costretto
ad accettare lodi da graziose fanciulle ed onesti cittadini! Orbene, che i
nipoti dei tuoi nipoti possano vantarsi nei secoli del momento in cui il loro
avo strinse la propria mano con quella possente del figlio di Zeus!
-Ma fa sempre così? – chiede a bassa voce
l’Uomo Sabbia.
-No, ogni tanto si monta anche la testa –
risponde sorridendo Occhio di Falco. Poi, senza alcun preavviso, strappa una
delle freccette dalla mano del compagno di squadra e la lancia verso l’uomo con
gli occhiali, colpendone la mano poco prima che stringa quella di Ercole.
-Merde – si lascia scappare il fan.
-Duval! Credevi che non ti avrei
riconosciuto solo per un paio di occhiali? Ercole, fermalo prima che riesca a toccarti!
Ercole non ha ben capito cosa stia
succedendo, ma di una cosa è sicura: nessun Vendicatore attaccherebbe un civile
senza un’ottima motivazione. Ma Paul Pierre Duval è abbastanza veloce da
afferrare il polso di una delle ragazze, il cui corpo si tramuta
istantaneamente in una statua di pietra.
-Gargoyle – lo riconosce l’Uomo Sabbia,
tramutando le braccia in due potenti getti di sabbia sufficienti a spingere
l’assalitore contro la parete, a metri di distanza.
Il corpo di Duval si tramuta in un essere
umano di pietra: tutta la sabbia a contatto con la sua mano destra inizia a
diventare di pietra, risalendo rapidamente il getto.
-Gargoyle Grigio, s’il vous plait.
Il suo potere agisce quasi istantaneamente,
trasformando l’Uomo Sabbia in un uomo di pietra. In tutta risposta, mentre il
barista corre ai ripari e le ragazze scappano terrorizzate, Ercole solleva
l’intero bancone e lo scaraventa contro il super-criminale.
La reazione del gargoyle grigio è ovviamente
quella di toccare il bancone prima di essere colpito, rendendolo immediatamente
abbastanza pesante da crollare a terra prima di colpirlo, affondando nel
pavimento.
-Ritenevi davvero di poter sconfiggere in
battaglia tre valenti Vendicatori, marrano? – chiede Ercole alzandosi in piedi.
-Stammi lontano, o farai la stessa fine del
tuo amico! Hey, un po’ di aiuto qui?
In tutta risposta, un furgone nero lanciato
con forza sovrumana sfonda la parete del bar, rotolando verso Ercole ed
investendolo in pieno. Bloodaxe entra passando attraverso il buco che ha appena
creato: quella montagna di muscoli sarebbe stata comunque troppo grande per
passare dalla porta.
-Gli innocenti hanno già lasciato questo
luogo? – tuona la sua voce.
Quattro frecce esplosive lo colpiscono al volto, senza che Bloodaxe
muova un solo muscolo. Occhio di Falco, già in costume dopo aver recuperato gli
inseparabili arco e frecce, è impressionato: un attacco del genere sarebbe
sufficiente a fermare un carrarmato.
Bloodaxe fa roteare la propria ascia, pronto
a tagliare a metà la statua dell’Uomo Sabbia. Intanto un umanoide dalla
superficie bianca e nessuna faccia entra nel bar, camminando con risolutezza
verso l’arciere.
Occhio di Falco tenta di fermarlo con una
freccia congelante: tutto ciò che ottiene è che un umanoide di ghiaccio e senza
faccia continui la propria marcia. Una freccia incendiaria dovrebbe
scioglierlo, ma dalle fiamme esce un umanoide di pietra senza la faccia.
-Scansione completata. Gargoyle duplicato – è tutto ciò che dice, allungando una mano
per toccare l’arciere.
Ercole esce dalle macerie. Bloodaxe ed il
Super-Adattoide lo stavano aspettando, e quest’ultimo parla poco prima di
assestare il primo pugno:
-Scansione completata. Gargoyle ed Ercole duplicati.
Gargoyle osserva compiaciuto lo scontro,
mentre il Principe della Forza viene sconfitto da due esseri forti quanto lui.
-Maîtres du Mal-Vendicatori, tre a zero.
Corinthian,
First Avenue
Wanda Maximoff osserva lo sconfinato appartamento,
ancora deserto. Sembra molto più spazioso di qualsiasi luogo in cui abbia
abitato.
-Non è splendido? – sorride Sersi – Certo è
un po’ spartano, ma con il giusto tocco femminile sarà anche meglio del mio
vecchio appartamento.
-“Spartano” è un po’ modesto per il
Corinthian – le risponde Wanda, ben conscia dell’ironia del nome del palazzo
quando la sua compagna di squadra potrebbe benissimo aver abitato nella Corinto
greca.
-Dovrebbero avere qualche appartamento
ancora libero, sai? Non sei stata tu a dirmi di non voler vivere alla Base per
sempre?
-D’accordo, ma questo posto sembra
incredibilmente costoso.
-No, sono solo 1.200.000 dollari – la
rassicura Sersi.
-All’anno o al secolo? – scuote la testa
Wanda – Di questo passo, non credo troverò la casa giusta a New York ad un
prezzo umano…senza offesa.
-Figurati. Ma con due stipendi da
Vendicatori tu e Simon troverete pure qualcosa…perché tornerete entrambi in
servizio attivo, vero?
La mutante aspetta qualche secondo di troppo
per rispondere, mentre l’Eterna apre la porta per uscire dall’appartamento.
Un pugno colpisce Sersi con forza sovrumana,
direttamente sul naso; se si trattasse di una donna normale, avrebbe appena
letteralmente perso la testa. Sersi è invece scaraventata dall’altra parte
dell’appartamento, colpendo il muro con la schiena ed arrivando ad un passo
dallo sfondarlo.
In qualità di Eterna nemmeno questo basta a
metterla definitivamente fuori combattimento. E se fosse stata preparata, forse
avrebbe persino potuto incassare il colpo senza perdere l’equilibrio. Ma quando la tua avversaria è una delle donne
più forti del pianeta, anche essere un Eterno non basta.
Titania si avvicina a Wanda per afferrarla e
forse scaraventarla fuori dall’edificio; a differenza di Sersi, le sue ossa non
potrebbero mai resistere all’impatto.
Quante sono le probabilità che il pavimento
perfettamente curato scelga proprio quel momento per crollare sotto i piedi di
Titania? Wanda Maximoff è Scarlet: una possibilità su una.
Non fa in tempo a gioire della vittoria,
però, perché un disco di metallo si aggancia alla base del collo di Wanda. Lei
si volta, riconoscendo il suo assalitore dai files dei Vendicatori.
-Il Controllore. Non sei un nemico di Iron
Man?
-Perché non sei sotto il mio controllo? –
chiede il criminale, crollando a terra quando il suo esoscheletro smette
improvvisamente di funzionare senza alcun motivo. In realtà un motivo ci
sarebbe: Scarlet gli ha puntato un dito contro.
Wanda disconnette il disco dal collo,
correndo a soccorrere Sersi. L’Eterna non si è ancora rialzata, e Wanda scopre
presto il perché: anche a lei è stato applicato un disco di controllo. Cerca di
staccarlo, ma è del tutto inutile.
-Com’è possibile? Il microchip
anti-controllo mentale dovrebbe bloccare proprio questo genere di cose, ma
l’unico motivo per cui su di me non ha funzionato è che ho usato i miei poteri.
Il Controllore non è abbastanza intelligente da progettare una cosa del
genere...
-E tu sei troppo stupida per tenere la bocca
chiusa – interviene una voce maschile profondamente distorta, prima che un
turbine di vento investa Scarlet.
Mentre il respiro inizia a mancarle quando
l’aria le viene strappata dai polmoni, riesce a distinguere il volto dell’Uomo
Assorbente composto unicamente di vento. Quando lei sviene e Crusher Creel
recupera il proprio aspetto umano, il Controllore lo avverte:
-Un bel lavoro. E prima di fare qualcosa di
veramente stupido, ricordati che tua moglie è sotto il mio controllo e tua
figlia è nelle mani del Barone.
-Come se me lo potessi dimenticare – risponde
l’Uomo Assorbente, “accidentalmente” calpestando il disco di controllo lasciato
cadere da Scarlet.
Base
dei Vendicatori
Thunderstrike è scaraventato contro il muro della
palestra, colpendolo con una forza sufficiente ad abbatterlo; solo i rinforzi
in vibranio impediscono alla parete di crollare.
Anche così, il colpo è stato rumoroso come
un tuono. Thunderstrike si rialza, appoggiandosi alla mazza di cui porta il
nome come se fosse un bastone.
-Ouch. Quando dici che i tuoi pugni sono
come un colpo del martello di Thor, non esageri.
-Quindi dici che sono in forma come prima? –
chiede Wonder Man, dando una mano al compagno di squadra a rimettersi in piedi
– Dopo tutte queste settimane di inattività, volevo essere sicuro di essere
ancora materiale da Vendicatori.
-E per farlo dovevi prendere a pugni me?
-L’unico altro candidato era Ercole, e so che avrebbe insistito per uno scontro
vero e proprio. Ti dirò, per quanto mi manchino le battaglie e l’avventura,
delle sessioni di allenamento faccio volentieri a meno.
-Avete bisogno di assistenza? – chiede la
voce di Machine Man, la cui testa è appena entrata nella palestra. Il resto del
corpo è ancora nella sala dei monitor, dall’altra parte del corridoio.
-No, grazie: riusciamo a prenderci a botte
anche da soli – risponde Thunderstrike.
-Non ho potuto fare a meno di sentire il
colpo. Se ti può consolare, Wonder Man, tuo figlio non può aver sentito niente:
ho curato personalmente l’isolamento acustico della sua stanza. In proposito,
posso farti una domanda personale?
-Figurati. Ma parliamone nella sala dei
monitor, discutere con una testa su un collo telescopico è un po’ troppo
strano.
-A differenza di fare due chiacchiere con un
robot e la copia semidivina di un tuo vecchio amico morto – scuote la testa
Thunderstrike.
Wonder Man e Thunderstrike camminano lungo
il corridoio parlando con Machine Man, la cui testa li precede di un metro
restando ad altezza d’uomo.
-Ho recentemente ricevuto una proposta dal
Progetto P.E.G.A.S.U.S; desiderano offrirmi un lavoro come consulente
cibernetico.
-Mi sono sempre chiesto se chi crea questa
agenzie pensa prima all’acronimo o al significato – mormora Thunderstrike.
-Pensi che ci sia qualcosa di più dietro? –
risponde Wonder Man.
-No, nei dodici minuti trascorsi tra la loro
e-mail e la nostra conversazione ho controllato personalmente il loro database
e sembrano essere puliti. Sarebbe un’opportunità interessante per poter
continuare il lavoro di mio padre ed un grande passo in avanti per i diritti
robotici poter essere il primo robot senziente con uno stipendio governativo...
-Ma non sei sicuro di poter continuare ad
essere un Vendicatore? Andiamo, parecchi super-eroi sono scienziati nella
propria vita privata – cerca di motivarlo Wonder Man.
-Naturalmente, ma loro vogliono essere super-eroi. Io mi sono ritrovato nei Vendicatori
quasi per caso e, nonostante lo consideri un grandissimo onore, non è lo scopo
della mia vita. In effetti, lo scopo della mia costruzione era essere una
disumana macchina per uccidere, ma avete capito.
-Mi spiace sentirlo, Machine Man, ma se hai
proprio deciso di andartene...
-Non è per questo che ho bisogno del tuo
aiuto, Wonder Man, si tratta di una mia decisione. Ma come lo spiego a Jocasta?
Come fai a spiegare alla tua compagna di non voler tornare alla vita che lei ha
sempre desiderato?
-Wow, non hai una domanda di riserva? Anche
io sto cercando di trovare un modo di parlare con Wanda della possibilità di
ritirarci a vita privata...
-Hey, che avete da lamentarvi voi due? –
alza la voce Thunderstrike – Tu hai un figlio ed una bellissima moglie, tu hai
appena trovato un lavoro che ti piace ed una donna con cui...ehm, non voglio
saperlo. Almeno voi avete qualcuno da cui tornare, io invece non riesco a
convincere la mia vedova di essere ancora vivo dopo la mia morte! La mia vita è
così complicata che nemmeno io capisco se io sono io, o se sono un altro che
pensa di essere lo stesso, se... se quello che è morto ero io, cioè se io sono
quello che ero o se... mi sono perso. Di cos’è che stavamo parlando?
In quel momento, qualcuno suona alla porta.
Thunderstrike cammina verso l’ingresso, visibilmente nervoso.
-Bene, spero che sia un’altra volta la fine
del mondo.
Un grosso ariete di suono solido sfonda la
porta, seguito da un’esplosione che abbatte quanto resta dell’ingresso. Il fumo
si dirada rapidamente, e Nitro entra nella Base dei Vendicatori calpestando
quanto resta del muro.
-O un attacco di super-criminali. Anche
questo va bene – approva Thundestrike.
Subito dopo, Nitro esplode.
La scossa è sufficiente a far tremare
l’intera base. Jarvis, il fedele maggiordomo dei Vendicatori, è in cucina al momento
dell’attacco. Senza scomporsi minimamente spegne i fornelli; l’allarme sta già
suonando, quindi non c’è bisogno immediato dei suoi servizi.
Nel corridoio, il Fante di Cuori sta usando
le sue scariche di energia per tenere a bada un branco di lupi di suono solido;
la polvere sollevata dall’esplosione di Nitro si sta espandendo in tutto il
piano terra.
-Con permesso – si scusa il maggiordomo,
camminando lungo la parete per non essere né incenerito dalle scariche né
divorato dal suono.
Poco distante, nel buco che ha sostituito
l’ingresso, Wonder Man è a terra dopo aver assorbito quasi tutto l’impatto
dell’esplosione; Thunderstrike stringe la mazza dallo stesso nome, generando
una serie di fulmini pronti a colpire Nitro nel momento in cui riprenderà forma
umana.
-Padron Thunderstrike, se non è troppo
disturbo, cerchi di non rovinare il mobilio. O quanto ne è rimasto, perlomeno.
-Farò il possibile, Jarvis – risponde
Thunderstrike rilasciando una serie di fulmini in mezzo alla nube di fumo;
Nitro riprende il proprio aspetto originale per poco più di un secondo, prima
di esplodere nuovamente.
Il braccio telescopico di Machine Man mette
in salvo Jarvis all’ultimo istante, afferrandolo per il colletto della camicia
e spingendolo fuori dalla base.
-Posso fare qualcosa per lei, padron Aaron?
-Qualcosa sta disturbando l’allarme, prendi
questo e fai fuoco verso il cielo – risponde il robot, staccando il mignolo
sinistro dalla mano e lasciandolo al maggiordomo prima di tornare alla
battaglia.
Prima ancora di riprendere fiato, Jarvis si
aggiusta la camicia e punta il mignolo di Machine Man verso l’alto, non sapendo
bene cosa aspettarsi.
C’è un breve lampo di luce, ed il mignolo
spara qualcosa verso l’alto...molto in alto. C’è una grande esplosione nei
cieli di New York City, un grande fuoco artificiale che rilascia nella sua
fiammata una grande A cerchiata ben visibile per diversi secondi.
-Hm. Piuttosto derivativo ma efficace, se mi
è concesso dirlo – acconsente il maggiordomo, tornando a guardare verso il
basso.
Vorrebbe non averlo fatto.
Un pesante mezzo armato si ferma di fronte
al cancello della Base dei Vendicatori. Bloodaxe scende dal mezzo, che si
rialza di qualche centimetro non dovendo più sopportare più di un quintale di
muscoli, metallo e pelle nera.
Dopodiché, insieme ad una dozzina di uomini
armati in una sorta di uniforme paramilitare, il Barone Zemo fa il proprio
ingresso trionfale quando la battaglia all’interno della base è ancora in
corso. Jarvis cammina verso il Barone, fermandosi solo quando Bloodaxe intralcia
il suo cammino.
-Signori, sono spiacente di informarvi che
nessuno dei Vendicatori è al momento disponibile. Ogni super-eroe della città
arriverà ben presto a prestare soccorso, quindi se avrete la grazia di
attendere il loro arrivo...
-Devo uccidere questo collaboratore? – chiede Bloodaxe.
Il Barone Zemo sguaina la spada da cerimonia
legata alla sua cintura, appoggiandone la punta sulla carotide di Jarvis.
-No, è solo un servo. Ed è il dovere di ogni
conquistatore impiegare in modo proficuo chi è stato conquistato.
Jarvis pensa che questi criminali di bassa
lega si meriterebbero una gran bella lezione, ma non è compito suo
amministrarla. Il suo compito è non intralciare i Vendicatori, prendendosi cura
delle piccole cose.
-Da questa parte, prego. E per cortesia,
quando i Vendicatori vi batteranno, cercate di non sanguinare sui tappeti.
Uffici
della REvolution
Tony Stark è preoccupato. Non sono passate
che poche ore da quando il complesso di edifici in cui si trova è stato
assalito a una misteriosa nube nera che ha letteralmente mangiato ogni essere
umano e struttura di metallo che ha trovato sulla sua strada, mentre lo stesso
accadeva alla Stark-Fujikawa di là dalla Baia[2] ed
ancora non ha idea di chi possa aver scatenato contro di loro quei micidiali
dispositivi e perché. Per questo motivo ora si trova in riunione con alcuni dei
suoi più stretti collaboratori, come Jim Rhodes, l’attuale presidente della
società, e Pepper Potts.
-Sospetto che si tratti di nanomacchine
molto sofisticate.- sta finendo di dire.
-Ne ho sentito parlare...- interviene Rhodey
-… ma confesso di capirne molto poco.
-È una tecnologia abbastanza nuova, in
effetti.- replica Tony –Forse…
La sua frase resta sospesa, quando nel cielo
appare
-Se qualcuno ha pensato ad un segnale
d’emergenza come quello, vuol dire che le cose sono davvero serie.- commenta
–Sarà il caso che non perda tempo a verificarlo.
-Vuoi che venga con te come War Machine?-
gli chiede Rhodey.
-No.- replica Tony, mentre si sfila i
vestiti e richiama a se l’armatura di Iron Man –Finché non ne sapremo di più
sarà meglio che tu resti indietro a sorvegliare la situazione.
Pepper
scuote il capo e sospira:
-Devo proprio stare invecchiando se adesso
gli uomini si spogliano davanti a me solo per indossare sofisticate armature e
correre a picchiarsi con qualcuno. Promettimi che starai attento, Tony.
-Non lo sono sempre?- replica lui dandole un
buffetto sotto il mento e poi, dopo aver sistemato il casco, apre la finestra e
vola via.
Rockefeller Center
Melissa Gold e Monica Rambeau siedono al tavolo di un caffè, due amiche
che si scambiano due chiacchiere. Passerebbero relativamente inosservate se non
fosse per la curiosa acconciatura di Melissa, che ormai non conta più i
numerosi “assomiglia a quella Vendicatrice che era una criminale”.
-Dovresti proprio pensare a cambiare acconciatura, se vuoi un’identità
segreta – le fa notare Monica.
-E’ proprio per questo che volevo parlarti...grazie per essere venuta
qui fin da New Orleans.
-Cosa vuoi, sono pochi nanosecondi alla velocità della luce. Non che non
mi faccia piacere passare un po’ di tempo “in borghese” con una compagna di
squadra, ma non penso che tu avessi in mente di parlare solo di acconciature.
-No, è che...non ci sono molti Vendicatori con un’identità segreta,
adesso. E non so se riuscirei a parlare di certe cose con Iron Man o Capitan
America; non so neanche quali sono le
loro identità segrete.
-Non mi ricordo più, quand’è che hai scoperto la mia identità segreta? –
chiede Monica.
-Sarà stato... accidenti, non me lo ricordo nemmeno io. Probabilmente
sarei un disastro a mantenere un’identità segreta, non sono mai riuscita a
restare in incognito a lungo anche quando ero una ricercata. Quando sono
diventata Songbird non ho neanche pensato ad indossare una maschera!
-Se vuoi possiamo anche parlarne, Melissa, ma nel tuo caso sarà un po’
più difficile che per me. Per cominciare ti servirà un nome falso, oltre che
dei documenti per la tua nuova identità...e visto che non hai una maschera, un
travestimento.
-Che dovrei fare, mettermi una parrucca ed un paio di occhiali? Quel
genere di cose non funziona mai...
-Come mai tutto questo nuovo interesse per le identità segrete? Capisco
che
-E’ questa faccenda di essere mezza Eterna. A quanto mi hanno detto ad
Olympia i mezzi Eterni-mezzi umani sono incredibilmente rari, quindi non c’è
modo di sapere se vivrò quanto una donna normale, se invecchierò più lentamente
o se...
-O se sei immortale?
-Già. So che sembra una gran bella cosa, ma mi spaventa. Fare la
super-eroina a tempo pieno mi sta già facendo a pezzi, non riesco ad immaginare
a farlo per decenni o secoli o chissà cosa. Per te è tutto più facile: chi
immaginerebbe mai che vivi in un’altra città?
-Facile? Prova tu a bilanciare la carriera eroica, i turni di guardia
alla base, una relazione, la gestione di una compagnia di navigazione...
-Relazione? – Songbird solleva un sopracciglio – Ed io che credevo che
Jocasta si immaginasse tutto. Chi è il fortunato?
-Fortunata. Si chiama Anna
e, se non ti dispiace, preferisco tenerla il più lontano possibile dai
Vendicatori...
-Certo, capisco: visti i precedenti di altri super-eroi, la prudenza non
è mai troppa.
-Sei più aperta di quanto pensavo sull’argomento, Melissa: sei la prima
persona a cui ne parlo a non battere ciglio alla notizia.
-Stai scherzando? Sono stata in prigione, ricorda.
-Possiamo cambiare argomento? – storce il naso Monica.
-Direi di sì – risponde Melissa, alzando lo sguardo verso la grande A
fiammeggiante nel cielo.
Base dei Vendicatori
Com’era prevedibile, il segnale d’allarme ha attirato decine di curiosi
e dozzine di telecamere di fronte alla Base. Era talmente prevedibile che ora
sono tutti tenuti a bada da un grande campo di forza semitrasparente.
Songbird ed Iron Man atterrano di fronte all’ingresso, dove le forze di
polizia stanno facendo sgombrare i civili per fare spazio ai Vendicatori.
-Era ora, credevo non arrivaste più – protesta Photon, che ha preferito
aspettare rinforzi prima di fare irruzione – Da quello che ho potuto capire, la
base è sotto attacco da parte di dodici super-criminali.
<<I nuovi Signori del Male.>> annuisce Iron Man.
-Come fai a saperlo? – chiede Songbird.
<<Faccio
questo lavoro da anni. Questa barriera sembra resistente; assomiglia ad un
composto plastico usato in passato dal Teschio Rosso. Incredibilmente
resistente agli impatti, quindi i raggi repulsori potrebbero non essere
sufficienti. Songbird, potresti provare a...>>
-Scusate, ma se non ve ne siete ancora accorti è trasparente – lo
interrompe Photon, trasformandosi in un raggio di luce e penetrando
immediatamente la barriera.
Una volta dall’altra parte cerca di parlare con i compagni di squadra,
ma inutilmente: la bolla non lascia passare alcun suono.
Esce nuovamente dalla barriera per discutere del piano, ma una volta
aperto bocca non dice nulla. Invece, Photon trasforma le braccia in pura
energia elettrica e rilascia una scarica di inimmaginabile potenza direttamente
contro Iron Man. Quest’ultimo non ha assolutamente il tempo di reagire:
nell’arco di un paio di secondi, i controlli principali si fondono ed il
vendicatore rosso-oro crolla pesantemente a terra.
-Photon! Che ti è saltato in mente!? – le chiede Songbird, mentre la
folla si disperde in preda al panico. Solo uno di loro resta allo scoperto,
gettando a terra il soprabito e rivelando le fattezze animalesche del criminale
noto come il Mandrillo.
-Non può sentirti, donna! Per quanto sia potente, una Vendicatrice è
sempre una femmina...e preda dei miei ferormoni! Ed in pochi istanti, anche tu
sarai la mia schiava personale...
-Mi dispiace, ma non sei il mio tipo – risponde Songbird, alzando un
vento imponente con le proprie ali di suono solido: abbastanza potente da far
cadere a terra il Mandrillo e ad impedire che le sostanze chimiche da lui
emanate controllino la sua mente. Ancora in attesa di ordini Photon resta
ferma, intontita.
Proprio allora Bloodaxe usa la propria ascia per tagliare la bolla
protettiva ed uscire, camminando con passi pesanti verso Songbird.
-Tutti i
malvagi di questa base sono stati purificati, criminale – la minaccia Bloodaxe, pronto ad usare l’Ascia dell’Esecutore per
tagliarle le ali e chissà cos’altro.
-Non così presto, Teschio Rosso da due soldi! – gli risponde
Thunderstrike, appena atterrato alle spalle del mostro.
-Ancora
tu? Tutti i tuoi compagni sono stati sconfitti; perché insisti a combattere?
-Hey, io sono ancora qui! – protesta Songbird, creando un martello
pneumatico di suono solido che cerca di spezzare la schiena di Bloodaxe...senza
sortire il benché minimo effetto.
-Ancora non so chi tu sia veramente.- commenta Thunderstrike rivolto
all’avversario e così concentrato su di lui da non badare nemmeno alla presenza
di Songbird –Di certo non sei Jackie Lukus[3] e
questo mi permette di trattarti senza usare i guanti.-
-Tu… è per schiacciare te come il verme che sei che
mi sono unito a questa banda di rinnegati ed una volta punito te, penserò anche
a loro.
-Ce l’hai con me? Ci conosciamo forse? Cosa ti ho fatto?
-Ora
morirai!- grida Bloodaxe
sollevando la sua ascia e caricando come un toro infuriato.
-Sigh! Forse dovrei gridare “Vendicatori
Uniti”, ma per stendere una montagna di muscoli senza cervello come te non ho
bisogno di aiuto! – risponde Thunderstrike, caricando a testa bassa verso il
nemico.
-Unisci
questo! – replica Bloodaxe,
mettendo tutta la propria forza nel colpo successivo.
La mazza di Thunderstrike e l’ascia di Bloodaxe si scontrano, due delle
più potenti armi mitologiche del pianeta impugnate con forza divina.
C’è una colossale esplosione di luce e di magia, quando le armi si
scontrano. Songbird deve distogliere lo sguardo, e quando riesce finalmente ad aprire gli occhi è senza parole per
ciò che può vedere.
La mazza e l’ascia giacciono a terra, conficcate nel terreno. Di fronte
a loro Bobby Steele ed
Eric Masterson, nelle proprie forme mortali, hanno perso i sensi.
Dietro di lei, il Mandrillo si rialza in piedi; il suo controllo su
Photon è ancora intatto.
Queste erano le buone notizie.
Il Barone Zemo è uscito dalla Base dei Vendicatori, mostrando come
macabri trofei le teste mozzate di Jocasta e Machine Man.
Attorno a lui, i Signori del Male si preparano al contrattacco: Fixer,
Melter, Gargoyle, il Super Adattoide, Nitro, Uomo Assorbente, Titania, il
Controllore, Klaw e lo Squalo Tigre sono pronti a ricominciare la battaglia.
-Essere immortale comincia a sembrarmi meno problematico – realizza
Songbird.
CONTINUA !
NOTE DEGLI AUTORI
(Nota
di Carlo: ma perché le chiamiamo note degli autori, quando il lavoro lo faccio
sempre io? -_^)
Ci sono pochissime cose da dire, quindi
diciamole subito e togliamoci il pensiero:
1) I Signori del Male sono classici nemici dei
Vendicatori. Era quasi inevitabile che facessimo una storia su di loro. Dal
nostro punto di vista la storia paradigma è “Riti di conquista” di Roger Stern
& John Buscema & Tom Palmer”, che abbiamo cercato di omaggiare, ma
senza plagiarla… almeno speriamo.
2) Parallelamente a quanto visto in questo
episodio, altri membri dei Signori del male stanno attaccando la filiale
californiana su Vendicatori Costa Ovest #16, il cui finale si riallaccerà a
quello che avete appena letto. Passate a leggere quella storia, quindi, e
ricordatevi, poi di non perdere il prossimo episodio o potreste pentirvene. -_^
3) L’apparizione di Iron Man in questa piccola
saga si svolge tra Iron Man #38 e 39. Se non li avete già letti e volete
saperne di più sugli attacchi di cui parlava Tony Stark, correte subito a farlo.
-_^
Carlo & Fabio
Nel prossimo numero: i
Vendicatori sono stati sconfitti e fatti prigionieri. Riuscirà Songbird a
trovare aiuto per salvarli? E dov’è finito Capitan America?